Sulle note di “Michelle” inizio a pensare…a volte vorrei che tutto potesse essere facile come in una canzone; poter esprimere ciò che si ha dentro senza esitazione alcuna e iniziare a sperare che le parole, le note, suscitino un’emozione, un interno sussulto, almeno.
Le parole senza musica sono tutt’altra cosa, escono di bocca così goffe, senza l’appoggio della melodia e spesso si perdono nell’aria o, a volte, non hanno nemmeno il coraggio di uscire.
Tutto questo per dire cosa? Non lo so, era giusto un pensiero.
Ma sapete qual è la cosa che in assoluto mi piacerebbe di più? Poter avere una colonna sonora durante le mie giornate.. non sarebbe meraviglioso? Una canzone adatta per ogni momento, una canzone ad amplificare le emozioni, le sensazioni, a rendere perfetto un attimo speciale..
Per esempio ora che sto scrivendo raggomitolata sulla mia poltrona, avvolta da una coperta di lana azzurra, con il portatile in equilibrio precario sulle ginocchia, dovrebbe piano piano farsi strada dal silenzio una melodia dolce, calma…tipo quella che sto ascoltando ora (elliot smith), però così non vale, dovrebbe nascere dal nulla, così si che sarebbe una vera soundtrack!
Sto cercando di riordinare i pensieri, ma le ultime settimane sono trascorse così in fretta che in mente non mi rimane altro che un pugno di ricordi confusi e ora sono qui a chiedermi il perché di alcune parole dette e non dette, i motivi delle liti, la sottile logica, che ora non colgo, dietro allo svolgimento della mia recente vita.
Mi trascino dietro ancora le solite questioni insolute; sembra, poi, che mi stia divertendo ad aumentare questo fastidioso bagaglio.
Lo stato che avverto maggiormente è la stanchezza. Vorrei tirare una bella riga dritta e iniziare dalla nuova pagina, ma ho paura di perdermi, di rimanere senza coordinate e quindi continuo a cancellare e a ricominciare sempre dallo stesso punto e la pagina piano piano si sta consumando..metafora ardita!
Parlando di cose concrete (questi discorsi del detto e non detto, di castelli in aria e metafore, dopo un po’ annoiano anche me) veniamo alla realtà quotidiana.
Ancora una volta la convivenza forzata con delle altre persone ha portato in me un’ulteriore crescita.
In primo luogo imparare a trarre il meglio da chi ci troviamo intorno non mi sembra una cosa da poco. Mettere da parte antipatie, prime impressioni fallaci, timidezze e quant’altro, per collaborare, lavorare, e crescere, perché no, insieme mi sembra un buon risultato, una realtà che se può rivelarsi scontata, a me era in parte sconosciuta..e infatti ce ne è voluto di tempo per accettare tutti con i loro caratteri e bagagli di esperienze, che in un verso o nell’altro si facevano strada in discorsi, atteggiamenti, modi di fare…quindi posso dire che queste tre settimane passate a Marzabotto siano state faticose ma anche costellate di piccoli momenti di singolare bellezza!!
Per il resto che dire…conoscere nuove persone, conoscere meglio quelle che prima salutavi appena, condividere con altri, anche solo per poco, la tua vita, mi sta proprio piacendo, mi fa star bene, con tutti i pro e i contro che questo porta con sé..quindi..quand’è che si riparte??
giovedì 11 ottobre 2007
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